È stato un simbolo, una vera icona per tutti gli anni ’70 ed ’80: K-Way ha rappresentato per intere generazioni il simbolo della praticità da portare sempre con sé nelle gite fuori porta, allo stadio, ad un concerto. Ovunque fosse più pratico avere appresso solo questa piccola, magica “sacca” piuttosto che un ingombrante ombrello, c’era K-Way, che in caso di pioggia improvvisa diventava come in un incantesimo un giubbino impermeabile con il quale ripararsi.

Le sue origini risalgono al 1965, fu il francese Léon-Claude Duhamel ad avere questo lampo di genio anche se non immaginava quanta strada avrebbe da allora fatto la sua idea, resistendo per decenni, sempre allacciato in vita con quell’immutabile e distintivo elastico a bande colorate: un vero status symbol, se ci stai leggendo ed hai tra i 40 ed i 50 anni siamo certi che anche tu ne avevi uno!
Negli anni ’90 Duhamel decise di vendere tutto a Pirelli, all’epoca proprietaria del marchio Superga: inizio così un lento declino che vide il marchio passare di mano in mano fino al 1999, quando venne definitivamente interrotta la produzione.

C’è voluto l’intervento di Marco Boglione e della sua Basicnet per far rinascere dalle sue ceneri il marchio K-Way, con un rilancio in grande stile che ne ha fatto un fashion brand estremamente pop, ancora una volta apprezzatissimo dai più giovani, ma che ne ha anche moltiplicato le potenzialità.
Certo, esistono ancora i giubbotti impermeabili e spariscono ancora nella tasca anteriore; ma lo stile contemporaneo ha richiesto anche una parallela collezione di abbigliamento casual, fatta di felpe, borsette, costumi da bagno, cappelli e tanti altri accessori moda.

Il mercato ha mostrato di apprezzare questo ritorno, perché non sa affatto di “vintage” a tutti i costi ma è stato rinvigorito con una carica di freschezza tutta nuova; lo testimoniano anche i numerosi negozi monomarca sorti prima in Piemonte e poi in tutto il mondo, con una diffusione a livello planetario in un’esplosione di colori!