Tutta la naturale bellezza del corallo rosso può essere apprezzata nei gioielli che vengono lavorati a partire da questa gemma di origine animale, sia incastonata in supporti preziosi che libera, come nel caso di bracciali o collane.
Vi siete mai chiesti di più sulla sua provenienza, o sulle sue caratteristiche? Dovete sapere che l’Italia, sempre in prima fila quando è in ballo il buon gusto di un accessorio moda, è patria di elezione, e da secoli, non solo per la pesca di rami grezzi ma anche per la loro lavorazione sia “liscia” che con la precisa e delicata incisione a cameo, ed il piccolo comune di Torre del Greco in provincia di Napoli è ancor oggi il più importante centro al mondo per numero di addetti e qualità artistica ed artigianale dei monili realizzati.
Una storia questa che parte da molto lontano: i rami di corallo rosso, diffusi solo nel Mar Mediterraneo, sono stati fin dal 1400 oggetto di attenzioni dei pescatori provenienti dalla Liguria, dalla Sicilia, dalla Toscana e soprattutto da Torre del Greco, dove l’elevata maestria nella lavorazione spinse l’allora Re Ferdinando IV di Borbone ad allestire proprio a Torre la Reale Compagnia del Corallo ed a regolamentarne la pesca tramite il Codice Corallino: frequenti erano infatti gli scontri tra i cosiddetti corallari, e l’illuminato Re che giunse a definire la piccola Torre quale “spugna d’oro” del suo regno intendeva favorirne al massimo lo sviluppo.
Il binomio inscindibile tra Torre del Greco ed il corallo rosso è andato avanti nei secoli, ed anche se oggi la pesca è stata abbandonata i torresi sono riconosciuti ancora quali maestri assoluti nella lavorazione del corallo secondo una tradizione che affonda le sue radici in un glorioso passato artigianale, tramandato di generazione in generazione.
Pensate che nell’onomastica i Torresi sono chiamati anche Corallini: quale migliore riconoscimento per una scuola che sa creare oggetti senza tempo e di raffinatezza unica, partendo da un semplice elemento marino sottoposto dopo la sua pulitura a lavori di taglio, intaglio e lucidatura che lo trasformano in un’opera d’arte?